mercoledì 16 agosto 2017

PROGETTO CONTINUITA' "UN LIBRO...PER GIOCARE"

IL PROGETTO E' STATO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON LE INSEGNANTI DELLE PRIME ED HA AVUTO LA DURATA DI UN ANNO SCOLASTICO.
UNA VOLTA AL MESE I BAMBINI DI 5 ANNI SI SONO RECATI ALLA SCUOLA PRIMARIA E LE INSEGNANTI DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA OGNI VOLTA HANNO  LETTO UN LIBRO. SUCCESSIVAMENTE I BAMBINI SONO STATI COINVOLTI IN ATTIVITA' DIVERSE :  DI MANIPOLAZIONE, COSTRUZIONE DI PICCOLI LIBRI, RICETTE DI CUCINA.
LA FINALITA' DI QUESTO PROGETTO E' STATA QUELLA DI PROMUOVERE LA CAPACITA' DI ASCOLTO, DI ATTENZIONE, DI COMPRENSIONE UTILIZZANDO E POTENZIANDO NEL MEDESIMO TEMPO LA RELAZIONALITA', LA COMUNICAZIONE E FAVORENDO LA RIELABORAZIONE CREATIVA ATTRAVERSO L'USO DEI VARI LINGUAGGI: VERBALE, ICONICO, CORPOREO, MANIPOLATIVO, SONORO.

 PRIMO INCONTRO: 
LETTURA DI 

I BAMBINI DOPO LA LETTURA SI SONO MESSI ALL'OPERA E HANNO DISEGNATO LE SEQUENZE DELLE STORIE
ED ECCO IL RISULTATO



SECONDO INCONTRO
LETTURA DI

LE SCORPACCIATE DI GELSOMINA
L’alveare è in festa: sono nate tante piccole api.
La più pronta è Gelsomina. Spicca subito il volo per ammirare i fiori di tanti colori.
- Che profumo invitante! – dice e si tuffa sul fiore più vicino.
Gelsomina si immerge nel calice e comincia a succhiare il dolce nettare.
Le amichette la rimproverano:
- Non mangiare tutto il nettare, devi portarlo nell’alveare!
L’apetta sta tanto bene tra i fiori che una notte dorme addirittura tra i petali di un narciso.
- Non ti faranno più entrare nell’alveare – l’avvertono le amiche il giorno dopo.
Gelsomina vede una bambina , Sonia, che si gusta un gelato alla fragola. Vuole assaggiarlo. Sonia si paventa e lascia cadere il gelato a terra.
L’apetta mangia, mangia, mangia…e la pancia cresce, cresce, cresce…
Più tardi vede sul tavolo di un bar un bicchiere con un po’ di aranciata. Si posa sull’orlo del bicchiere e pian piano scivola all’interno. Succhia,succhia,succhia … e la pancia cresce, cresce, cresce.
All’improvviso cade nel liquido arancione e per poco non affoga. Intanto le amiche volano in alto alla ricerca di cibo.
A fatica riesce a risalire fin sull’orlo del bicchiere, ma non può volare perché ha le ali bagnate e appiccicose.
Finalmente spicca il volo , ma non riesce a seguire le compagne , pesante com’è!
Mentre vola vede su un prato una tovaglia con i resti della merenda. La famiglia di Sandro si diverte giocando a pallone. Il profumo è davvero invitante e Gelsomina non sa resistere alla tentazione. Così scende immediatamente.
E ,PLUFF… si lancia diritta diritta in un bel barattolo di cioccolata, si immerge con le zampette in quel mare marrone e … mangia, mangia, mangia e la pancia cresce, cresce, cresce.
Gelsomina , tutta sporca di cioccolata, è diventata nera come la notte. Ha le ali appiccicate al corpo e non riesce più a muoversi.
Le amichette , pazienti e generose, pian piano la ripuliscono , poi dicono:
- Ora vieni con noi!
- No, prima voglio assaggiare il succo di quella scatola – risponde.
- Allora addio!
Gelsomina annusa nella piccola apertura della scatola, ma non ha il coraggio di entrare: dentro è così buio!
Alla fine, però, la ghiottoneria vince la paura.
ZAC! L’apetta è dentro la scatola, al buio, ma in mezzo ad una cremetta al gusto di mirtillo. E Gelsomina mangia,mangia,mangia… e la pancia cresce,cresce, cresce.
Quando è proprio sazia, l’apetta prova a risalire, ma la parete è scivolosa e lei è così pesante! Fa tre passi e …SCCC…PUFF…
Si ritrova a pancia all’aria in fondo alla scatola.
Prova tante volte ma senza risultato. Un passo, due passi, tre passi, SCCCCC…PUF! Di nuovo a pancia all’aria in fondo alla scatola.
Disperata , comincia a battere violentemente con tutte le zampette contro la parete gridando a più non posso. Ma nessuno la può sentire.
Intanto Sandro sa un calcio violento al pallone che finisce proprio sulla tovaglia del pic-nic. La scatola del succo di mirtillo , colpita in pieno, rotola in tutte le direzioni.
Gelsomina crede di essere sulla ruota della morte con gli occhi bendati. Quando tutto si ferma, l’apetta si palpa in ogni parte del corpo: è tutta un bernoccolo.
Ora però la finestrella luminosa è finita in basso.
- Evviva, finalmente potrò uscire, finalmente! – grida euforica Gelsomina.
Cammina lentamente lungo la parete lucida e scivolosa e mette la testa fuori dalla finestrella. Le amichette le fanno festa.
Gelsomina vola con le altre api verso l’alveare, ma fatica molto a stare in aria: è troppo pesante e le ali non ce la fanno a sostenerla a lungo.
- Mi devo riposare, non resisto più! – grida.
- Ti aspettiamo? – chiedono le amiche.
- Si , riparto fra un attimo! – risponde lei.
Gelsomina si ferma su un grappolo d’uva e sente un profumo delizioso. Non sa resistere.
- Andate ,io resto qui! – grida decisa.
Fa un foro in un acino e mangia, mangia, mangia… e la pancia cresce,cresce,cresce.
- Farà la mia casetta dentro la buccia degli acini che ho succhiato!-esclama decisa Gelsomina.
Intanto nella vigna è giunta l’ora della vendemmia. Tutti sono al lavoro cantando allegramente.
Gli operai tagliano i grappoli e li depositano nelle casse. Non fanno caso a Gelsomina addormentata dentro un acino. L’apetta è sepolta sotto un mucchio di polpa succosa è zuccherina.
L’uva viene portata nella cantina. Gelsomina scava, sgambetta , si arrampica e finalmente riesce a risalire in superficie e a volare. Le amiche la attendono felici e le fanno festa.
- Evviva Gelsomina! – gridano – speriamo che ora tu metta la testa a posto!
Gelsomina vola a testa bassa . è pesante, con la sua pancia piena, ed è quasi ubriaca per i vapori respirati nella cantina.
Riuscirà mai Gelsomina a diventare meno golosa?
Intanto le altre api volano alte e leggere pensando alla loro amica che resta sempre più in basso.
Gelsomina, ad un certo punto, capita di fronte ad una vetrina, si specchia e grida:
- Quanto è brutta quell’ape! Così grassa e pesante, chissà quanto sarà ingorda?
- Ma quella sei tu! – le fa notare un’amica.
- Io?... ma … Gelsomina ora capisce … e si vergogna.
Il giorno dopo Gelsomina è nell’alveare.
- Tieni, questa è la tua razione di cibo – esclama un’amica.
- No, è troppo, ne voglio solo un po’.
Nel giro di pochi giorni Gelsomina torna un’apetta snella ed agile, proprio come tutte le api dell’alveare.

I BAMBINI DOPO L'ASCOLTO HANNO REALIZZATO I PERSONAGGI DELLE STORIE CON IL DAS E POI LI HANNO COLORATI PER REALIZZARE DEI QUADRETTI
 LAVORI IN CORSO




ED ECCO I LAVORI PRODOTTI

LE SCORPACCIATE DI GELSOMINA


GUARDA BENE!

 

TERZO INCONTRO
SCENETTA:DUE AMICI E UN PEZZO DI TORRONE
PER IL CARNEVALE LE INSEGNANTI INVECE DI UN LIBRO DRAMMATIZZANO UNA SCENETTA
BRIGHELLA HA COMPRATO UN PEZZO DI TORRONE MA NON VUOLE CHE IL SUO AMICO ARLECCHINO SE LO MANGI
 DECIDE ALLORA DI NASCONDERLO SOTTO IL MATERASSO
 ARRIVA L'AMICO ARLECCHINO CHE E' MOLTO STANCO
 E SI SDRAIA SUL LETTO...MA SENTE CHE  C'E' QUALCOSA SOTTO IL MATERASSO
 TROVA IL PEZZO DI TORRONE
 E NE MANGIA UN PEZZETTINO
RITORNA BRIGHELLA E SI ACCORGE CHE L'AMICO HA MANGIATO IL TORRONE COSI' DECIDE DI FARGLI UNO SCHERZO
GLI  RACCONTA  CHE IN CASA CI SONO I TOPI E COSI' HA NASCOSTO UN PEZZO DI TORRONE AVVELENATO. 
POVERO ARLECCHINO! APPENA SENTE CHE IL TORRONE E' AVVELENATO SPUTA SUBITO IL BOCCONE MANGIATO
BRIGHELLA CONFESSA AD ARLECCHINO DI AVERGLI FATTO UNO SCHERZO. ARLECCHINO PROMETTE CHE NON MANGERA' PIU' LE COSE DI BRIGHELLA. I DUE AMICI PER FESTEGGIARE DIVIDONO IL TORRONE RIMASTO.
DOPO LA SCENETTA I BAMBINI SI METTONO ALL'OPERA PER REALIZZARE DELLE MASCHERINE.


QUARTO INCONTRO
LETTURA DI

NONNA VANIGLIA NEL PAESE DEI CANDITI
Oggi piove nel paese dei canditi.
Nonna Vaniglia, sua nipote Lisetta e il gatto birillo si annoiano molto.
“Facciamo i biscotti Millegusti” dice nonna Vaniglia.
La ricetta è a pagina dieci del libro dei dolci di nonna Vaniglia.
Nonna Vaniglia prepara gli ingredienti.
Birillo e Lisetta sbattono le uova con il frullino. Poi nonna Vaniglia mette un ingrediente segreto: il lievito magico.
I biscotti Millegusti sono pronti. È ora di fare merenda.
Nonna Vaniglia assaggia un biscotto alla banana e diventa tutta gialla.
Birillo mangia un biscotto al pistacchio e diventa tutto verde.
Lisetta invece mangia un biscotto alla fragola e diventa tutta rossa.
È tornato il sole! Tutti escono in giardino e offrono biscotti agli animali del bosco.
Con un biscotto al mirtillo il coniglio Leo diventa blu, e con uno al lampone lo scoiattolo Millo diventa tutto rosa.
Tutti vogliono cambiare colore con i biscotti di nonna Vaniglia. Che bel gioco!
Nessuno si annoia più. Grazie nonna Vaniglia!

L’OCA GENOVEFFA E LA TORTA AL CIOCCOLATO
L’oca Genoveffa era molto soddisfatta: la torta al cioccolato che aveva appena preparato era proprio bellissima.
-Qua qua … quasi perfetta! Mancano solo le candeline! – esclamò Genoveffa, e corse in salotto a prenderle nel cassetto del comò.
Ma quando torno in cucina lanciò un urlo fortissimo che risuonò più o meno così:
- Quaaaaaaaack! –
La povera Genoveffa quasi svenne per la sorpresa. Per un po’ guardò il piatto vuoto davanti a lei , senza parlare …
Ma poi si ricordò che un’oca che si rispetti deve starnazzare e far baccano appena ne ha l’occasione!
Così cominciò a starnazzare a destra e a sinistra:
- Qua qua qua c’è qualcosa che non va! … Que que que: la mia torta dov’è? Qua qua qua non c’è … Qui qui qui nemmeno… -
Sentendo tutto quel baccano , la signora Chioccia e i suoi pulcini accorsero in aiuto della loro vicina di casa. Così tra qua qua, pio pio e coccodè, la confusione aumentò molto.
Cerca di qua e cerca di là … ma la torta era proprio sparita. Poi due pulcini le tirarono il grembiule, Genoveffa guardò in basso e improvvisamente lanciò un grido altissimo:
- Quaaaaaaaaaack ! Impronte! Qua qua qua , sul pavimento! –
Infatti il ladro aveva lasciato molte impronte di cioccolato che si dirigevano verso la porta.
Genoveffa decise di seguirle, convinta che l’avrebbero portata fino al ladruncolo.
Cammina , cammina , le impronte arrivavano fino a Giuliana.
- Aha ! – gridò Genoveffa. – hai rubato tu la mia torta, vero? –
- No , non sono stata io, - rispose Giuliana – Non sono mica impronte di rana questa! –
- Ops ! scusa Giuliana… - esclamò Genoveffa , molto imbarazzata. E per farsi perdonare, invitò la sua amica alla festa a sorpresa di quella sera.
- Verrò senz’altro , - rispose Giuliana. – ma chi è il festeggiato? –
- È una sorpresa! – disse l’oca, e continuò a seguire le impronte di cioccolato finchè , dopo poco, incontrò Pasquale.
Vedendolo che scappava con aria colpevole, Genoveffa gridà:
- Altolà ! hai rubato tu la mia torta? –
- Quale torta? – chiese Pasquale continuando a correre
- La torta al cioccolato, caro mio! – rispose l’oca inseguendolo.
- Guardati un po’ intorno: stai lasciando impronte dappertutto! –
Pasquale si fermò., guardò per terra e replicò:
- Macchè! I maiali non lasciano impronte così! –
- Ma allora perché scappavi? – chiese Genoveffa.
- Perché è l’ora del bagnetto, e io non voglio farlo! –
- Dovevo immaginarlo…- disse l’oca tappandosi il naso.
- Sarà meglio che tu faccia il bagnetto, Pasquale, se vuoi venire alla festa stasera! –
Un po’ per la puzza e un po’ per la fretta di scovare il ladro, Genoveffa proseguì di corsa.
Seguendo le orme, arrivò fino ai piedi di Raffa. Dato che aveva paura di fare brutta figura con la sua amica, chiese con gentilezza:
- Scusa Raffa… non sarà che per caso, così, per sbaglio … che hai preso tu la mia torta? Queste impronte di cioccolato portano fino a te...-
- Scherzi? – rispose Raffa – Ti sembra che le giraffe lascino impronte del genere? –
“ Ahi, ahi … un’altra figuraccia! – pensò l’oca. – la ricerca del colpevole è più difficile del previsto!”
- Era uno scherzo! Ah , ah! Un piccolo scherzetto! Divertente vero? E vedrai come ci divertiremo stasera alla festa! Bè ora devo andare… - concluse Genoveffa e corse via tutta imbarazzata.
Più avanti le orme proseguivano fino a Dante. Ma Genoveffa non gli chiese nemmeno se avesse preso lui la torta: lo vedeva da sé che gli elefanti hanno zampe troppo grandi per lasciare impronte come quelle!!
L’oca cominciava ad essere stufa:
- Uffi ! – esclamò sospirando, mentre si sedeva demoralizzata sull’erba del prato.
- Qualcosa non va, Genoveffa? – le chiese Alfio, sbadigliando.
- Sto cercando un ladro di torte… a proposito, tu non l’hai mica visto, vero? –
- A dire la verità sarei di guardia. Ma questo mestiere è una tale noia, una tale barba da quando Rufo il volpone è diventato vegetariano… che devo essermi appisolato - rispose il cane con uno sbadiglio. E si riaddormentò.
“ Ma guarda un po’ che dormiglione! – pensò Genoveffa – e che razza di discorsi! Meno male che Rufo è diventato vegetariano! Altrimenti non l’avrei certo invitato alla festa di questa sera. Qua qua quasi mi viene la pelle d’oca al pensiero di qua qua quanto mi faceva spavento una volta. Brrr!... E intanto il ladro gli è passato sotto il naso!”
La fila di impronte , infatti, passava proprio davanti alla cuccia di Alfio e proseguiva fino a Beo.
- Dove corri Beo? – esclamò l’oca – Fermati! Ho il sospetto che queste impronte siano proprio tue! –
- Ma va là! Non ho mica i piedi così grandi io! – rispose il topolino che si fermò solo un momento e poi corse via di nuovo, come una furia.
Finalmente , dopo aver camminato ancora un bel pezzo, Genoveffa vide che le impronte finivano proprio sotto la casa di Mina che , affacciata alla finestra stava scrollando la tovaglia.
- Ehi! Sono le briciole della mia torta quelle? – chiese Genoveffa.
- No di certo! – rispose Mina – non vedi che sono briciole di pane? –
L’oca non sapeva più cosa fare. Fino a quel momento aveva collezionato solo figuracce, e la caccia al colpevole era stata un fiasco. Per di più le impronte sparivano lì.
Genoveffa era proprio desolata. Guardò in alto per scusarsi con Mina …e vide una coda grigia penzolare giù dall’albero!
- Che strano, que que quella coda l’ho già vista … ma certo! È la coda di Chicco! – esclamò Genoveffa, e svolazzò fin lassù, dove trovò il gatto sdraiato con la pancia all’aria.
- Qua qua qua è tutto pieno di briciole di cioccolato!!!! Birbante di un gatto! Allora sei stato tu! –
Chicco aveva la pancia talmente piena che non riusciva né a muoversi né a parlare, così Genoveffa , tirandolo per la coda lo trascinò fino a casa.
- Ora mi aiuterai a preparare un’altra torta! Ti rendi conto che manca poco all’inizio della festa? Sei proprio una birba! – l’oca era molto arrabbiata.
Ma Chicco fece proprio il bravo : voleva farsi perdonare dalla sua amica Genoveffa. Mescolò le uova, la farina, lo zucchero, il cacao… La nuova torta era più bella dell’altra e Genoveffa era di nuovo contenta! Alla fine aggiunsero anche le ciliegine.
- Tra poco si mangia! – esclamò Chicco , a cui era tornato un certo languorino.- Adesso si può sapere per chi è la festa a sorpresa? –
Genoveffa fece un sorrisino.Le candeline erano già accese. All’improvviso si spense la luce e un bel coretto gridò: - tanti auguri, Chicco birbante! –
- Ma certo! – esclamò il gatto – Mi ero completamente dimenticato che oggi è il mio compleanno! –
Poi tutti risero e fecero a gara per dargli le tiratine d’orecchi che di certo si meritava!
Tutti tranne l’oca Genoveffa che , dopo una giornata così movimentata, si era già addormentata.

I BAMBINI DOPO L'ASCOLTO DELLE STORIE HANNO REALIZZATO DEI DOLCETTI
 IL SEMAFORO
 IL RICCIO DI CIOCCOLATO
 IL PRATO FIORITO
DOLCETTI DI FRUTTA SECCA

QUINTO INCONTRO
LETTURA DI

I BAMBINI DOPO LA LETTURA HANNO DRAMMATIZZATO LE STORIE

I MUSICANTI DI BREMA
C'ERA UNA VOLTA UN ASINO CHE AVEVA LAVORATO TANTO, IL SUO PADRONE DECISE DI UCCIDERLO. ALLORA L'ASINO SCAPPO' PER ANDARE A BREMA A SUONARE NELLA BANDA
MENTRE CAMMINAVA INCONTRO' UN CANE CHE SI LAMENTAVA PERCHE' IL SUO PADRONE VOLEVA UCCIDERLO PERCHE' ERA DIVENTATO TROPPO VECCHIO. L'ASINO PROPOSE AL CANE DI ANDARE CON LUI A BREMA E IL CANE ACCETTO'
I DUE ANIMALI STRADA FACENDO INCONTRARONO UN GATTO ANCHE LUI SCONTENTO E GLI PROPOSERO DI ANDARE A BREMA PER ANDARE A SUONARE NELLA BANDA E IL GATTO SI INCAMMINO' CON LORO
DOPO UN PO' INCONTRARONO UN GALLO CHE CANTAVA A SQUARCIAGOLA E SI LAMENTAVA PERCHE' LA SUA PADRONA LO VOLEVA METTERE IN PENTOLA. I TRE ANIMALI GLI PROPOSERO DI ANDARE CON LORO A BREMA , CON QUELLA VOCE SICURAMENTE LO AVREBBERO PRESO NELLA BANDA E IL GALLO LI SEGUI'
ARRIVO' LA SERA E I QUATTRO AMICI ERANO STANCHI COSì SI MISERO A RIPOSARE SOTTO A DEGLI ALBERI MA IL GALLO CHE SI ERA APPOLLAIATO SOPRA AD UNA QUERCIA VIDE UNA LUCE CHE PROVENIVA DA UNA CASA E COSI' PROPOSE AI SUOI AMICI DI ANDARE A VEDERE
I QUATTRO AMICI ARRIVARONO AD UNA CASA E L'ASINO GUARDO' DENTRO DALLA FINESTRA E VIDE...
...QUATTRO BRIGANTI CHE STAVANO FESTEGGIANDO E BANCHETTANDO
I QUATTRO ANIMALI ALLORA PENSARONO DI SPAVENTARE I BRIGANTI PER POTER ENTRARE IN CASA E POTER DORMIRE AL CALDO... COSI' SI MISERO UNO SOPRA L'ALTRO E OGNUNO DI LORO COMINCIO' A FARE IL PROPRIO VERSO
I QUATTRO BRIGANTI QUANDO SENTIRONO QUELLE URLA SPAVENTOSE SCAPPARONO A GAMBE LEVATE DALLA CASA
COSI' I QUATTRO AMICI ENTRARONO IN CASA E COMINCIARONO A MANGIARE
FINITO DI MANGIARE ERANO COSI' STANCHI CHE SI ADDORMENTARONO SUBITO
I BRIGANTI PERO' VOLEVANO RECUPERARE IL LORO BOTTINO E COSI' DECISERO DI MANDARE IL BRIGANTE PIU' GIOVANE
MA QUANDO ENTRO' NELLA CASA IL GATTO LO GRAFFIO'
IL CANE GLI MORSE UNA GAMBA
L'ASINO LO PRESE A CALCI
E IL GALLO COMINCIO' A STRILLARE COSI' FORTE CHE IL BRIGANTE SCAPPO' VIA DI CORSA
QUANDO ARRIVO' DAI SUOI AMICI IL BRIGANTE RACCONTO' CHE NELLA CASA C'ERA UNA STREGA CATTIVA CHE LO AVEVA GRAFFIATO,UN MOSTRO LO AVEVA PRESO A MORSI E A CALCI E UN GIUDICE AVEVA STRILLATO " PRENDETELO PRENDETELO".I BRIGANTI ALLORA SCAPPARONO VIA E NON SI FECERO PIU' VEDERE.
I QUATTRO ANIMALI CONTENTI DI AVER SCACCIATO I BRIGANTI DECISERO DI RIMANERE PER SEMPRE NELLA CASA E DI NON ANDARE PIU' A BREMA A SUOANRE NELLA BANDA.
ALICE NELLE FIGURE
PIOVEVA, ALICE ERA ANNOIATA E PRESE UN LIBRO DI FAVOLE, ,MA MENTRE LEGGEVA SI BUTTO' TALMENTE A CAPOFITTO CHE CASCO' DENTRO AL LIBRO
E SI RITROVO' NELLA FAVOLA DELLA " BELLA ADDORMENTATA" DOVE TUTTI STAVANO DORMENDO


ALICE ERA CASCATA AI PIEDI DEL PRINCIPE E AVEVA FATTO COSI' TANTO FRACASSO CHE LA BELLA ADDORMENTATA SI SVEGLIO'


LA PRINCIPESSA COMINCIO' A PIANGERE COSI' FORTE CHE ALICE SE NE ANDO'


E SI RITROVO' NELLA PAGINA DOVE IL LUPO SI ERA INFILATO NEL LETTO DELLA NONNA E ASPETTAVA CAPPUCCETTO ROSSO

 

"ECCOTI ,FINALMENTE" DISSE IL LUPO, " NO, UN MOMENTO IO NON SONO CAPPUCCETTO ROSSO", MA IL LUPO SI ALZO' LO STESSO PER MANGIARLA E ALICE SCAPPO'


E SI RITROVO' NELLA PAGINA DEL "GATTO CON GLI STIVALI" " QUANDO ARRIVA IL RE DEVI DIRE CHE APPARTIENI AL PRINCIPE DI CARABAS!" DISSE IL GATTO AD ALICE. " MA IO NON POSSO DIRE LE BUGIE" RISPOSE ALICE.


"NELLE FAVOLE E' PERMESSO DIRE LE BUGIE" DISSE IL GATTO. "MA IO APPARTENGO AL MONDO DELLE COSE VERE" DISSE ALICE. " ALLORA TORNACI!" DISSE IL GATTO E PRENDENDOLA PER UN CODINO LA MISE FUORI DAL LIBRO.